Il cimitero della Misericordia

Statua della Carità al cimitero della Misericordia a Figline Valdarno

Lasciando alle spalle le antiche mura di Figline e il teatro Garibaldi ci troviamo di fronte, a pochi passi di distanza, al cimitero della Misericordia. Ambedue queste opere, cioè il teatro e il cimiterio sono opera di Angelo Pierallini (1807 – 1884), un architetto italiano. Angle Pierallini ha lavorato principalmente nel Valdarno dove del resto è nato, precisamente a Figline. La costruzione del cimitero sembra essere iniziata nel 1859 e si protrasse per quasi dieci anni. Il cimitero è a pianta quadrata con una cappella per angolo. Le cappelle, nei quali riposano i membri più illustri della Misericordia, nonchè anche il Pierallini stesso, sono congiunte tra di loro da porticati. Tutto il monumento è dominato dal gusto classicheggiante, tipico dell’ Italia appena unita che stenta di trovare un linguaggio architettonico consono al suo nuovo rango.
Purtroppo le opere in muratura si trovano in uno stato di deplorevole abbandono; occorrerebbe un deciso intervento restaurativo per conservare questo piccolo gioello che i cittadini di Figline, membri della Misericordia, ci hanno lasciato.
Oltre al monumento stesso sono di estremo interesse, anche linguistico, numerose lapidi otto-novecentesche nonché le dodici statue di terracotta che fiancheggiano la piazzuola centrale. Sono di altezza umana e rappresentano figure femminili quale Temperanza, Giustizia, Fortezza, Perseveranza, Contrizione, Carità, Pace, Prudenza, etc. Molto probabilmente sono il prodotto di una fornace locale. Si tratta di veri capolavori nascosti e testimoniano quanto fossero capaci gli artigiani locali a fornire opere di alta qualità estetica. Purtroppo anche le statue di terracotta non stanno bene: hanno subito qualche attacco vandalico in passato, infatti a tutte quante mancano le mani. Inoltre sono state pure “restaurate” in modo maldestro. Una maggiore cura di queste statue, testimonianza eccellente dell’artigianato artistico locale, sarebbe auspicabile.

Nebbia a Figline

Un gruppo di ragazzi segue la loro maestra a Figline
A Figline e in tutta la Valdarno la nebbia è frequente intorno al periodo invernale a causa della presenza dell’Arno e dei suoi numerosi affluenti.
La nebbia è una sorta di nuvola che si forma a terra per condensazione del vapore acqueo contenuto nell’aria. Il fenomeno della condensazione avviene quando il vapore acqueo si trasforma in liquido, nel caso della nebbia, in minuscole goccie d’acqua.
Quando l’aria a terra, carica di vapore acqueo, subisce un raffreddamento repentino, tipicamnete nel tardo pomeriggio e poi durante la notte, ecco che il vapore condensa e ci troviamo avvolti nella nebbia per parecchie ore al giorno. Gli scienziati parlano in tal caso di nebbia “da radiazione”. Di solito nella tarda mattinata il sole riesce a disperdere la nebbia e anche a Figline ci possiamo godere qualche momento soleggiato. Ma l’incanto dura poco, perché con il calare del sole la temperatura si abbassa notevolmente e rapidamente e di consequenza nuova nebbia inizia a formarsi e la mattina dopo ci troviamo di nuovo avvolti dalle solite nuvole bianche fiché il sole non riesce e disperderle.
Comunque i figlinesi convivono bene con il fenomeno della nebbia ricorrente e tendono alle loro occupazioni senza farsi disturbare troppo. Come questo gruppo di ragazzini che procede a passo svelto e ben disciplinato, in fila quasi perfetta per due, verso una meta didattica, seguendo la loro maestra.

Filare la lana

Una signora anziana fila la lana

Probabilmente nel Paleolitico era già nota la filatura, ma di sicuro nel Neolitico si filavano a mano fibre di lana e forse di canapa e lino, come testimoniano fusaiole e pesi per telaio in argilla trovati in scavi archeologici in varie parti d’Italia. L’accoppiamento tra un fuso e un volano, per ottenere rapidamente filati continui ritorti e di buona quantità, e l’uso della rocca risalgono alle più antiche civiltà umane.
Il metodo più antico per filare lana e altre fibre, e anche più comodo e facile, è quello di filare con il fuso. È comodo, poco ingombrante, e tutto l’occorrente è facilmente trasportabile in una borsa.
Prima della filatura va eseguito la cardatura che garantisce che alla fine i fili si presentino paralleli tra di loro. La lana cardata contiene fibre di tutte le lunghezze e il filato che si ottiene normalmente e’ soffice e un po’ peloso. Dopo la filatura le fibre si presenteranno ben orientate ma in modo casuale per quanto riguarda il colore e quindi formeranno una serie infinita di variazioni cromatiche che sono tipiche della lana “fatta a mano”.
Il sistema migliore per imparare a filare la lana (e anche le altre fibre) è proprio quello di osservare qualcuno mentre fila. Attualmente potete trovare una signora espertissima in questo mestiere antichissimo in Piazza Serristori a Figline Valdarno. Ma affrettatevi perché la dimostrazione della filatura è disponibile solo durante lo svolgimento di Autumnia, cioé questo fine settimana. (9 e 10 novembre 2012)

Mancanza di arredo in piazza

un cittadino anziano seduto sui gradini della Collegiata a Figline Valdarno

Un cittadino anziano, ma palesemente assai in gamba, è costretto a leggersi il giornale seduto su dei gradini della Collegiata. Notare come è vestito sportivamente con un tony! I gradini non sono neppure molto comodi, perché troppo stretti. E poi i gradini servono per accedere al museo della Collegiata e non per sedercisi.
Ma è un fatto tristemente noto che nella piazza storica nel centro di Figline, intitolata a Marsilio Ficino, manca qualsiasi arredo degno di questo nome. Quel che c’era, come un pregevole monumento, dei lampioni e una fontanella, furono rimossi abbastanza recentemente in un maldestro tentativo di modernizzazione. Al posto degli antichi lampioni ora ci sono degli scatolotti squadrati attaccati nel sottotetto delle case. Non si capisce bene cosa hanno da illuminare lassù.
Il fatto che i cittadini più di ogni altra cosa lamentano però, è la mancanza di qualche posto dove mettersi a sedere e godersi la piazza senza dover spendere. Certamente ci sono i bar, ma lì un posto a sedere, giustamente, ha un costo. In anni recenti il centro della piazza è stata dichiarata zona pedonale e quindi interdetta al traffico. Di conseguenza ora per i turisti è impossibile scattare qualche foto ricordo dei monumenti più belli di Figline senza inquadrare in primo piano i numerosi cartelli stradali che furono posti a segnare l’inizio della zona pedonale. Cartelli perfettamente inutile, perché oltre a loro ci sono pure delle catene invalicabile. Brutto spettacolo!
Per il momento la zona pedonale serve solo ai ragazzi a tirare pallonate e a fare gare in bicicletta.

Bomboloni e ciambelle

Bomboloni e ciambelle calde a Figline in Piazza Ficino

Al nord e specialmente nei paesi di lingua tedesca, bomboloni e ciambelle sono dolci che erano tipici del carnevale, anche se ormai si possono trovare tutto l’anno.
Sia bomboloni che ciambelle vengono confezionati con pasta lievitata e generosamente spolverate di zucchero dopo la frittura. Al nord si tende usare zucchero a velo, mentre in Toscana predomina lo zucchero a cristalli. Per friggere era tradizionale lo strutto, ma soprattutto andano verso il sud si preferisce l’olio.
Qual’è la differenza tra bomboloni e ciambelle?
I bomboloni per consenso internazionale sono delle palle, farcite di marmellata, crema bavarese o panna. Anche se i pasticcieri moderni ormai ci mettono un po’ di tutto, la Nutella compresa.
Per le ciambelle invece bisogna distinguere tra versione toscana e quella nordica.
Le ciambelle toscane vengono formate da una striscia di pasta congiunta ai due capi. E quindi nel mezzo della ciambella toscana c’è un buco vero e proprio che non permette alcuna farcitura.
Le cuoche al nord invece iniziano anche per le ciambelle dalla palla di pasta lievitata. La deprimono delicatamente nel centro e poi la tirano da tutte le parti finché non si trovano tra le mani una bella ciambella con un sottile strato di impasto nel centro. Quindi la ciambella nella versione settentrionale, oltre a essere più grande di quella toscana, non ha un buco vero e proprio nel centro, ma bensi un incavo con fondo sottile, che permette la farcitura quanto quella del bombolone.
Nella foto si vede un pezzo della loggia che circonda la piazza centrale di Figline Valdarno, Piazza Marsilio Ficino, dove un bar offre bomboloni e ciambelle appena fritte a partire dalle ore 16 e 30 al prezzo di un euro.
Vanno a ruba!